Java è certamente uno dei linguaggi di programmazione più importanti e usati nel vasto panorama dell’informatica. Bisogna pensare che moltissimi dispositivi che usiamo ogni giorno funzionano grazie a questa tecnologia: smartphone, smart Tv, server, ma anche IoT (Internet of Things), bancomat, sistemi di cybersecurity.
Chi vuole lavorare come sviluppatore deve per forza sapere come programmare in Java, proprio per via della versatilità del linguaggio e dell’ampio raggio di utilizzo.
Di seguito potrai leggere informazioni essenziali per iniziare un percorso da programmatore Java che, però, non possono sostituire un vero e proprio corso di formazione pensato per creare professionisti pronti per l’inserimento in realtà del settore digitale odierno.
Com’è nato il linguaggio Java?
La storia di Java inizia nei primi anni ’90 dello scorso secolo, ma la leva che ha spinto la diffusione a macchia d’olio di questo linguaggio è quella rete che oggi tutti usiamo con disinvoltura: internet.
Era il 1992 quando veniva ideato da un team di menti brillanti guidato da James Gosling il linguaggio Oak, successivamente rinominato Java perché il primo nome era stato utilizzato in precedenza per un altro linguaggio.
Però, la pubblicazione ufficiale di Java risale al 1995 e dal maggio di quell’anno è cominciata la vera ascesa di questo linguaggio di programmazione.
Nell’ambiente informatico questa è stata una grande rivoluzione che ha messo anche alla prova i programmatori di vecchio stampo e dato nuove opportunità a chi aveva già intravisto il futuro, massiccio, utilizzo del web.
Ovviamente si sono susseguite continue modifiche per aggiornare questo strumento e renderlo adatto alle nuove esigenze degli utenti e, di conseguenza, anche a quelle degli sviluppatori.
Principi fondamentali per programmare in Java
Java è paragonabile a Objective C per quanto riguarda le caratteristiche orientate agli oggetti, ovviamente non sono identici ma il primo rappresenta un’evoluzione del secondo. A sua volta, Objective C è un’estensione a oggetti di C.
Per capire i principi fondamentali di Java e, quindi, da dove trae ispirazione bisogna sottolineare che il protagonista della Programmazione Orientata agli Oggetti (OOP – Object Oriented Programming) dal 1979 e per il decennio successivo era il linguaggio C++.
Tornando a Java, uno sviluppatore che comincia ad approcciarsi a questo linguaggio deve conoscere l’acronimo WORA che racchiude in sé una delle basi di esso, ovvero: “Write Once – Run Anywhere” che è traducibile in italiano con “Scrivi Una Volta – Esegui Ovunque“.
Questo che potrebbe sembrare solo un motto che si tramanda da programmatore a programmatore è, invece, qualcosa di molto importante per chi utilizza Java. La spiegazione di WORA pubblicata su Wikipedia è molto chiara e ne fa capire il valore:
“il codice compilato che viene eseguito su una piattaforma non deve essere ricompilato per essere eseguito su una piattaforma diversa; infatti il prodotto della compilazione è in un formato chiamato bytecode che può essere eseguito da una qualunque implementazione di un processore virtuale detto Java Virtual Machine; al 2014 Java risulta essere uno dei linguaggi di programmazione più usati al mondo, specialmente per applicazioni client-server, con un numero di sviluppatori stimato intorno ai 9 milioni”.
Quindi, Java non richiede l’uso di codice macchina per compilare un programma eseguibile dall’hardware, ma utilizza bytecode e JVM (Java Virtual Machine). È proprio quest’ultimo strumento a convertire il codice Java in codice macchina.
Inoltre, questo linguaggio deve essere visto come un OOP dalla scrittura del codice più semplice, così come lo è anche la sua gestione.
Per rendere ancora più chiari i motivi per cui Java ha avuto un tale successo, facciamo ancora riferimento a quanto scritto su Wikipedia a proposito dei cinque obiettivi di questo linguaggio:
- Essere “semplice, orientato agli oggetti e familiare”
- Essere “robusto e sicuro”
- Essere indipendente dalla piattaforma
- Contenere strumenti e librerie per il networking
- Essere progettato per eseguire codice da sorgenti remote in modo sicuro
Come programmare in Java? Seguendo un corso di specializzazione
È importante avere una conoscenza eccellente di Java se si vuole intraprendere una professione che vede questo strumento come uno di quelli fondamentali. Essendo uno dei linguaggi di programmazione più utilizzato del mondo, basta dire che sono 3 miliardi i device che funzionano grazie a esso, può dare l’opportunità di orientare la propria carriera in diverse direzioni all’interno del vasto mondo dell’informatica odierna.
Noi di Infobasic abbiamo creato un Master Java proprio per formare persone che vogliano entrare nel settore digitale in modo veloce e, soprattutto, avendo un bagaglio teorico/pratico spendibile immediatamente dopo la fine del ciclo di studi per trovare lavoro.
Le basi che bisogna avere per partecipare al corso annuale riguardano la conoscenza di Html e CSS, mentre le materie che fanno parte del programma sono:
- Programmare in Java
- Java per Microservice e Cloud
- Java IoT e Industry 4.0
- Java per l’Intelligenza Artificiale
- Java per Cybersecurity e Blockchain
- Java e Big Data
Al termine del Master Java è possibile ottenere la certificazione OCA (Oracle Certified Associate), riconoscimento che può essere determinante durante una selezione per una posizione in un’azienda inerente all’utilizzo di questo linguaggio di programmazione.
Lo scopo del corso non è solo quello di formare professionisti pronti per una carriera soddisfacente, ma anche quello di creare un vero e proprio ponte tra corsista e mondo del lavoro. Infatti al termine del percorso di studi il corsista ha l’opportunità di fare colloqui con aziende del settore.
Un programmatore Java può avere diversi sbocchi lavorativi, ma deve sempre fare i conti con un alto tasso di competitività e con grandi responsabilità, perché dal suo lavoro dipendono spesso fattori determinanti per il successo del business, uno tra tutti la cybersecurity. Per questo è indispensabile dedicare tempo e passione alla formazione.
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